“Ieri sera, nell’Assemblea provinciale di Lecce di Articolo Uno-MDP, ho fatto un intervento molto critico sul processo politico che porterà alla nuova forza della sinistra. Continuo a pensare che la nostra risposta è ordinaria, dinnanzi alla drammatica straordinarietà del momento. Siamo all’anno zero! C’è da ricostruire il profilo della sinistra, la sua nuova identità, la funzione, per superare quella percezione di inconsistenza che, su di noi, si ha nel profondo della società. E c’è da costruire il soggetto politico. Senza un “prima e un dopo” tra progetto e soggetto. Simultaneità. Ma quali sono i caratteri del soggetto? Può essere la fotocopia dell’esperienza elettorale di LeU? Io credo di no. Deve andare oltre. Molto oltre. Ed evocare la costruzione di un più largo campo progressista, guardando, senza atteggiamenti elitari o irridenti, a ciò che avviene nel PD. In un articolo di qualche giorno fa, scrivevo: “Ecco la ragione per la quale i vecchi soggetti della sinistra italiana vanno ripensati. Certo, dovrà farlo LeU che non potrà più essere la fotocopia della sua recente esperienza elettorale. Ma dovrà farlo soprattutto il PD. Le differenze tra chi vuole ricostruire sinistra e centrosinistra e chi ha per obiettivo la riconversione del PD in una forza liberaldemocratica di stampo macroniano, che fa l’opposizione comune con Forza Italia, in vista di una prospettiva di alleanza politica, non possono stare in semplici mozioni congressuali contrapposte. Perché non attengono soltanto alla linea del partito. Ma sono diversità di fondo. Che riguardano l’identità, la funzione, la cultura politica, la missione. Ed implicano, perciò, una dialettica nuova ed anche drammatica, che ricerchi nuovi approdi. Come quello di un nuovo soggetto politico.” Che cosa intendo dire? Che una nuova forza politica che si richiami al socialismo europeo, intendendone superare le ragioni della profonda crisi in cui versa, non può che essere portatrice di una cultura riformista e di governo. E che, dunque, va precisato il campo politico cui si rivolge la fase costituente che intendiamo aprire. Verso quali soggetti organizzati, verso quali forze della società deve guardare. E come incalzare lo stesso PD. Verso il quale, ovviamente, restano del tutto intatte le ragioni per le quali siamo andati via. E, anzi, dico di più: tali ragioni risultano rafforzate proprio da quanto in quel partito avviene in questa fase. Ma come non vedere, però, che si riparte se prevale un atteggiamento unitario nei confronti di ogni forza -o segmento di forza- che intenda ricostruire il centrosinistra, perchè, insieme a noi, diventi cofondatrice del nuovo partito. Io continuo a non vedere altra strada, se non quella di consegnarci, dopo il risultato del 4 marzo, ad una deriva minoritaria e senza prospettive.
Naturalmente, però, come è ovvio, non farò certo mancare il mio contributo leale al processo politico deciso dall’assemblea nazionale di Liberi e Uguali del 26 maggio scorso a Roma”.
Detto tra noi
“Sinistra, siamo all’anno zero!”
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