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Dieci anni di “Principio Attivo”

NOVOLI – Nell’ambito dell’articolato progetto “Passi Comuni“, vincitore del bando triennale per lo spettacolo dal vivo e le residenze teatrali della Regione Puglia, sabato 28 e domenica 29 aprile si conclude la stagione di teatro, musica e danza del Teatro Comunale di Novoli, in provincia di Lecce, promossa da Comune e Teatro Pubblico Pugliese in collaborazione con Factory compagnia transadriatica e Principio Attivo Teatro. E proprio per festeggiare i suoi 10 anni, la compagnia Principio Attivo Teatro – attiva da sempre nell’ambito della prosa, del teatro da strada e per ragazzi – metterà in scena gli spettacoli, diretti da Giuseppe Semeraro, “Opera Nazionale combattenti – I giganti della montagna atto III” (sabato 28 aprile – ore 21 – ingresso 10/8 euro), e, per “Ci vuole un fiore – Famiglie a teatro” (anticipato e seguito da un laboratorio a cura di BlaBlaBla), “La bicicletta rossa” di Valentina Diana (domenica 29 aprile – ore 17.30 – ingresso 6 euro – età consigliata dai 6 anni), che ha ricevuto la menzione speciale all’interno del festival Festebà di Ferrara nel 2012 ed è stato vincitore del Premio Eolo per la miglior drammaturgia nel 2013.

I giganti della montagna è un dramma incompiuto di Luigi Pirandello. Fu steso intorno al 1933, anche se a quanto pare il pezzo era stato concepito, in forma embrionale, negli anni venti. Il primo atto aveva un titolo a sé: I fantasmi. Il terzo atto, l’ultimo, non fu mai scritto, anche se il figlio di Pirandello, Stefano, ne tentò una ricostruzione: a quanto pare, il padre gliene avrebbe rivelata la struttura. L’opera venne rappresentata in varie versioni. “Opera Nazionale Combattenti” è un lavoro sulla forza del legame tra il pubblico e il teatro. In questo spettacolo ci sono due pubblici, uno immaginario, evocato dietro un grande fondale bianco, e uno reale presente in sala: tra questi due fuochi la compagnia. Ispirato all’ultimo atto, mai ultimato, de “I giganti della montagna”, lo spettacolo ne diventa un naturale prolungamento. Questo gioco drammaturgico da un lato rispetta fedelmente le ultime volontà di Pirandello, riguardo all’opera, dall’altro permette di cogliere e rilanciare con grande libertà, suggestioni e domande necessarie allora come oggi. “La nostra idea è di lavorare intorno a questo finale incompiuto e di svilupparlo attraverso una compagnia di anziani o variamente disadattati, fuori dal tempo, fuori tempo, in qualche modo anacronistici, di un anacronismo che non è collocabile nel tempo cronologico ma che piuttosto rappresenta l’estraneità alla modernità, alla contemporaneità”, sottolinea il regista Giuseppe Semeraro sul palco con Leone Marco Bartolo, Dario Cadei, Silvia Lodi, Otto Marco Mercante e Cristina Mileti. “Una compagnia che non è al passo con i tempi, che non si è né integrata né collocata. La compagnia si presenta con il nome Opera Nazionale Combattenti, un nome che rimanda a una legione dismessa di una qualche guerra patria ormai finita e dimenticata, un gruppo di ex combattenti fuori contesto, inutili e disonorati, a cui nessun rispetto è più riservato. Opera nazionale combattenti si fa paladina di questa operazione di divulgazione di questo ultimo atto pirandelliano”.

“La bicicletta rossa” nasce da una forte necessità di raccontare e tradurre per la scena la storia di una famiglia capace di parlare dell’oggi. A tenere il filo della narrazione c’è Marta che come se sfogliasse un album fotografico ci racconta le strampalate ed eroiche avventure della sua famiglia. Marta non è in scena o meglio, c’è ma non si vede, è nel pancione di sua madre e proprio all’inizio dello spettacolo annuncia: “questa è la storia della mia famiglia prima che nascessi”. La famiglia di Marta per vivere mette le sorprese negli ovetti di cioccolato ma a complicare la sua vita, come la vita di un intero paese, c’e BanKomat il personaggio negativo, proprietario di tutto, della fabbrica degli ovetti, della casa ma anche della luna e delle stelle e nulla può essere fatto senza pagare qualcosa a BanKomat. Il linguaggio utilizzato, ora comico ora riflessivo, narra le peripezie per la sopravvivenza di questa strampalata famiglia e la forza di trasformare uno strumento di vessazione e oppressione in mezzo di liberazione, grazie a Pino, il fratello di Marta, che quasi per caso farà ritrovare dignità e riscatto a tutti. Trasformare la quotidianità in un miracolo che resiste. Il regista Giuseppe Semeraro è affiancato sul palco da Dario Cadei, Cristina Mileti, Otto Mercante, Silvia Lodi.