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Piano coste, commissariati 11 comuni salentini. Ma è polemica

BARI – Undici comuni salentini non hanno superato l’esame del Piano comunale delle coste. Saranno, dunque, commissariati dalla Regione Puglia. Lo ha deciso la giunta regionale pugliese che seguendo un criterio oggettivo, ha provveduto ad individuare 23 comuni sotto i 10mila abitanti e con meno di 20 km di costa.

Successivamente entro i prossimi due mesi la Regione provvederà al commissariamento di ulteriori Comuni inadempienti. Di seguito l’elenco dei comuni pugliesi bocciati:
1) Alliste
2) Andrano
3) Cagnano V.
4) Castrignano d. C.
5) Castro
6) Chieuti
7) Diso
8) Gagliano d. C.
9) Ischitella
10) Leporano
11) Maruggio
12) Mattinata
13) Melendugno
14) Morciano d. L.
15) Peschici
16) Salve
17) Santa Cesarea T.
18) Serracapriola
19) Torchiarolo
20) Torricella
21) Vernole
22) Vico d. G.
23) Zapponeta
Ma non mancano le perplessità e le critiche per la decisione adottata da Viale Capruzzi. Federbalneari auspica una immediata reazione di responsabilità dei primi cittadini. Qualcosa, tuttavia, non torna per la Federazione che riunisce i titolari di stabilimenti balneari. Sotto accusa le logiche adottate dalla giunta pugliese che avrebbe seguito indicazioni non previste dal Piano, preferendo utilizzare come bussola l’unità fisiografica e non i confini amministrativi. “Mi auguro ha sottolineato Mauro Della Valle, presidente di Federbalneari – che chiunque sarà chiamato a decidere sul futuro delle imprese balneari lo faccia per le nuove imprese balneari e non per quelle già esistenti”. Non a caso è pronto un ricorso per chiedere l’annullamento del Piano coste pugliesi; appuntamento davanti al Tar di Bari il prossimo mese di giugno.
“Dal 2012 ad oggi – spiega Della Valle – il litorale sabbioso pugliese non è quello fotografato nel 2012. Con la redazione di Piani costa comunali senza aver effettuato una ricognizione aggiornata dello Stato di salute delle spiagge si rischia di concedere nuove concessioni dove manca la sabbia e revocarne dove invece il mare in 6 anni ha ristabilito un equilibrio naturale”.
Un paradosso sul quale i balneari chiedono chiarezza e giustizia.