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Agricoltura, tavolo in Prefettura: “Stop al caporalato”

LECCE – Si è riunito questa mattina in Prefettura il Tavolo permanente previsto dal «Protocollo di intesa in materia di lavoro stagionale in agricoltura nei territori di Nardò e dei Comuni vicini», sottoscritto lo scorso 28 luglio. La convocazione del Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, è stata più volte sollecitata da Cgil Lecce e Flai-Cgil Lecce. Al tavolo, insieme ad istituzioni, forze dell’ordine, autorità sanitarie, rappresentanti dell’amministrazione comunale di Nardò, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e associazioni del Terzo settore, hanno partecipato anche la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, e la segretaria generale della Flai-Cgil Lecce, Monica Accogli. Si è discusso di caporalato e di prevenzione, in modo da organizzare la prossima stagione di raccolta all’insegna della trasparenza e della legalità.

 «Per la Flai-Cgil la soluzione è legata all’attivazione di quanto previsto dalla legge per il contrasto del caporalato, la Legge 199 del 2016, e dall’attivazione degli strumenti previsti dal protocollo d’intesa siglato il 28 luglio scorso, uno dei primi in Italia», spiega Monica Accogli. «Ecco perché a nostro giudizio non è possibile rimandare l’attivazione della “Rete per il lavoro agricolo di qualità”, che metterà intorno allo stesso tavolo pubbliche amministrazioni, Centri per l’impiego, Inps, enti bilaterali, sindacati, associazioni di categoria».

 «È noto come il caporalato si diffonda dove c’è poca trasparenza nel reclutamento dei lavoratori, dove non ci sono servizi di trasporto efficienti, dove non c’è programmazione sulle politiche abitative. Senza un sistema di regole trasparenti su questi tre aspetti sarà difficile sconfiggere la piaga dello sfruttamento nei campi. Non può essere la logica del filo spinato a creare le condizioni per vincere sul caporalato, piuttosto servono apertura, integrazione e chiarezza. Siamo felici di aver incassato il favore del signor Questore sulla necessità di reintrodurre un sistema limpido per il reclutamento dei lavoratori, sulla falsa riga delle liste di prenotazione da noi più volte proposte. Uno strumento dal quale ripartire e da inserire nel più ampio discorso sull’applicazione della Legge 199/2016».