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Lavoratori ex Bat alla Tap? Polemiche e sospetti

LECCE – Da Bat a Tap il passo è breve, almeno così sembra. Nel giro di acronimi la parola d’ordine resta una: lavoro. E per continuare a garantirlo si fa avanti con forza quella che ormai sembra essere più di una ipotesi: traghettare alcuni ex lavoratori della Bat (British American Tobacco, la ex Manifattura tabacchi tanto per intenderci) nella multinazionale Tap per essere impiegati nella realizzazione del megagasdotto.

L’argomento è stato al centro della riunione in Prefettura di questa mattina alla quale hanno preso parte il prefetto Claudio Palomba, il viceministro Teresa Bellanova, l’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo, il vicesindaco di Lecce Alessandro Delli Noci, i rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria e del Comitato ex lavoratori Bat.
La Cgil mette subito le cose in chiaro: “Il Salento ha bisogno di occasioni concrete per creare sviluppo e lavoro; mentre deve evitare di formulare facili promesse difficili da mantenere – dicono la segretaria generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi, e la segretaria generale della Fiom-Cgil Lecce, Annarita Morea – Già in passato il Salento è stato teatro di operazioni rivelatesi poi fallimentari, come la riconversione della ex British American Tobacco ed il relativo piano di ricollocamento dei dipendenti di quella azienda, entrambi affondati dall’inaffidabilità delle aziende e delle istituzioni che avevano selezionato quelle stesse imprese». E ancora: «Oggi, in maniera irrituale e senza il preventivo coinvolgimento dei sindacati, si tenta di dare un’altra speranza ai lavoratori della ex Bat, ma lo si fa in un momento molto scivoloso, come il periodo elettorale: un tempismo che può dare adito a facili strumentalizzazioni. Una coincidenza assai strana, visto che si torna a parlare di ricollocamento di questi lavoratori nella realizzazione e gestione di un’opera non ancora compiuta. Eppure gli ex dipendenti della Bat sono senza lavoro da molti anni, così come da anni operano sul territorio le aziende che oggi dicono di volerli ricollocare. Già in passato altri imprenditori hanno prospettato faraonici piani assunzionali poi rivelatisi inconcludenti e infondati”.
Critico ma meno tranchant il giudizio della Uil: “Abbiamo ribadito che non ci interessa scatenare una battaglia tra poveri e che questo non deve essere considerato un tavolo pro o contro Tap. Quello che portiamo avanti in Prefettura è un tavolo sul lavoro, finalizzato esclusivamente a trovare soluzioni concrete per risolvere le tante vertenze ancora aperte sul nostro territorio. È ovvio che terremo conto di tutte le proposte pervenute e di quelle che arriveranno in futuro, perché spiragli importanti per l’occupazione potrebbero aprirsi anche grazie alle Zes. Sia chiaro, dunque, che sull’insediamento Tap sono altri i tavoli chiamati a decidere”.