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Medici, scrutinio bloccato, veleni e proteste. E arriva la polizia

Che si respirasse un’atmosfera tutt’altro che idilliaca attorno all’Ordine dei Medici era cosa nota, ma che si fosse costretti addirittura a far intervenire la Polizia per riportare un po’ di serenità e assicurare il regolare svolgimento dello scrutinio elettorale nessuno francamente avrebbe potuto immaginarlo. Eppure è accaduto.

Ma facciamo qualche passo indietro. C’era gran fermento a Lecce in vista del rinnovo del consiglio dell’Ordine. Da più parti si invoca una svolta dopo una lunga egemonia che faceva leva sulle “stimmate” di Luigi Pepe, il presidentissimo. Telefonate a go-go, dialoghi serrati, conciliaboli, gruppi whatsapp e telegram, social e nuovi media: una campagna elettorale a colpi anche di nuovi media per coinvolgere i circa 5000 medici della provincia di Lecce, gran parte dei quali negli ultimi anni colpevoli spettatori passivi della contesa elettorale. Questa volta, il richiamo alle urne, sembra aver funzionato. Anche perché dopo qualche lustro a questa parte in campo si sono ritrovate due liste: “Insieme per i medici: sanità 4.0” e “Un nuovo ‘ordine’ per una sanità che cambia”.
In tanti si sono recati alle urne – c’è chi parla di circa duemila medici, ma il numero è ancora ballerino visto quanto sta accadendo – ma, udite udite, a quattro giorni dalla chiusura dei seggi ancora non si conoscere il risultato elettorale. Una situazione paradossale, ai limiti della legalità. “Lo spoglio delle schede – spiega Antonio Chiodo, presidente regionale dello Snami, il Sindacato nazionale autonomo medici italiani – è andato avanti fino a mercoledì prima di essere sospeso senza alcuna valida giustificazione per poi essere ripreso giovedì dalle 14 alle 19.30. Le operazioni dovevano riprendere questa mattina alle 8.30 ma non sono mai iniziate perché il presidente Pepe ha addotto motivi di salute senza chiedere di essere sostituito dal suo vice. Una situazione irrituale che va contro la legge. Il regolamento nazionale parla chiaro, il presidente Pepe non è un monarca. Il rispetto delle leggi viene prima di ogni altra cosa”. Di qui la richiesta di intervento al 113. Una volta giunta in sede la Polizia ha preso atto della situazione che era è resta delicata. Al momento non è da escludere nessuna ipotesi, nemmeno quella del commissariamento dell’Ordine. Intanto i candidati della lista “Un nuovo ‘ordine’ per una sanità che cambia” hanno chiesto formalmente che lo scrutinio riprenda nella giornata di domani, sabato 9 dicembre e di proseguire il giorno dopo, “eventualmente alla presenza del sostituto, come previsto dal regolamento nazionale”.
Uno scenario che appare esplosivo. Per troppo tempo il fuoco ha covato sotto la cenere. Per troppo tempo c’è chi ha ingoiato amari bocconi. E ora sente che sta per arrivare un conto da saldare. Un conto salato.