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Maratona del Barocco, trionfa Giorgio Calcaterra

Giorgio Calcaterra, come nel suo stile, vola basso, ma è lui il vincitore della seconda Maratona del Barocco svoltasi oggi a Lecce. Il suo messaggio postato su facebook è emblematico: “Oggi splendida maratona a Lecce, grazie a Simone Lucia e a tutti quelli che l’hanno aiutato ad organizzare questo bel viaggio. Il mio crono è stato un po’ più alto di quello che prevedevo prima della partenza ma sono comunque felice di aver corso a Lecce in 2h 39′ 48″, tempo che mi ha regalato il primo posto. W la maratona! Se i miei calcoli non sono sbagliati, questa è la mia 202esima, ma non voglio puntare alla quantità ma a divertirmi e a star bene”. E come Calcaterra, anche gli altri seicento partecipanti si sono divertiti, tra sudore e sacrificio, fino all’urlo liberatorio sotto lo striscione del traguardo. Tra loro anche un gruppo d corridori che ha inneggiato contro la Tap.
L’esercito degli atleti – espressione di 148 diverse società – si è dato appuntamento alle 9 di questa mattina in piazza Sant’Oronzo. La gara si è snodata tra le vie del centro cittadino, attraversando le piazze e le vie più suggestive della città per poi spostarsi in periferia e raggiungere la marina di San Cataldo dalla quale gli atleti hanno fatto ritorno sulla strada panoramica del “Fondone” per riguadagnare il centro città e tagliare il traguardo ancora in Piazza Sant’Oronzo.
Immancabili le critiche alla manifestazione da parte del popolo leccese, polemico nel dna. A provare a stopparle ci ha pensato direttamente il sindaco Carlo Salvemini protagonista della prova sui dieci chilometri. “Certo ci sono stati disagi per le strade bloccate; certo c’è da migliorare la comunicazione pre gara per informare meglio i cittadini; certo c’è ancora tanto lavoro da fare per poter fare competere Lecce con le migliori maratone d’Italia. Tutto giusto. Da sindaco – pur non essendo il comune organizzatore – mi prendo la responsabilità di ciò che non ha funzionato: mi scuso per i disagi. Ma di fronte all’emozione di vedere i disabili concentrati sulle loro handbike, di fronte ai sorrisi dei bambini per strada, di fronte all’allegra spensieratezza dei pattinatori, di fronte al colpo d’occhio di un serpentone colorato dentro i viali della città i disagi, le mancanze, le insufficienze, le critiche assumono un rilievo diverso: è giusto tenerne conto ma senza dimenticare il bello che c’è tutto intorno. Che può riassumersi in una frase di un mio caro amico che ha detto: l’hai (l’avete fatta) giocando. Sì, è così. Se il gioco è la medicina più grande – come ha detto qualcuno – va ringraziato chi si è preso cura di noi: l’instancabile Simone Lucia, tutto lo staff, i volontari, la Polizia Municipale, la Protezione Civile. Il prossimo anno faremo meglio, sempre giocando”.