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Arrivano a Lecce le reliquie di San Vincenzo de Paoli

La parrocchia Santa Maria dell’Idria in Lecce è pronta ad accogliere le Reliquie di San Vincenzo de Paoli, operatore della carità. L’appuntamento è fissato per oggi in Chiesa: alle ore 16.30 l’Arcivescovo di Lecce, Monsignor Domenico D’Ambrosio, subito dopo il rituale, celebrerà una messa di accoglienza.

Per sette giorni le Reliquie del Santo saranno presenti nel capoluogo salentino. Ricco il calendario delle cerimonie e dei riti religiosi in programma da lunedì 13 novembre a domenica 19 novembre (nell’immagine qui sotto il calendario completo degli eventi).
La venerazione delle reliquie avverrà tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 22.
A dare il benvenuto a San Vincenzo de Paoli sono i padri vincenziani della Chiesa dell’Idria: In una società sempre più chiusa nel proprio egoismo, san Vincenzo ci chiama ad una sincera conversione del cuore, ispirata alla carità evangelica, che vede nel povero la persona di Cristo. Una missione, quella vincenziana, che da 400 anni vede impegnati tanti nostri fratelli, raccolti nella grande famiglia della “Società di San Vincenzo”, al servizio degli ultimi. Risuonino in ciascuno di noi le parole del santo francese “Andrete dieci volte al giorno a visitare i poveri e dieci volte al giorno vi troverete Dio”.

È considerato il più importante riformatore della carità della Chiesa cattolica. Si può senz’altro affermare che San Vincenzo de Paoli sia stato un innovatore e un antesignano, in particolar modo nell’introdurre nuovi metodi di assistenza.

La missione apostolica, secondo san Vincenzo, non era un semplice corso di prediche, ma un’azione pastorale destinata a risolvere i problemi spirituali e materiali delle popolazioni depresse. “La metodologia – si legge su Wikipedia – procedeva secondo le seguenti fasi: un missionario interveniva in un villaggio povero, dove era istituita, “in loco”, un’équipe chiamata la “Carità”, formata perlopiù da madri di famiglia o vedove, in seguito erano “ordinati” dei sacerdoti affinché nascesse una nuova parrocchia. Ogni missione si caratterizzava per flessibilità e mobilità. Flessibilità nel senso di adattare le proprie capacità di soccorso ai bisogni nuovi con personale permanente, ad esempio, nel fornire medicinali in famiglia o nel garantire un’istruzione ai figli; mobilità nel senso di non rimanere legati al proprio territorio, ma conoscere e scoprire sacche di povertà altrove. In questo senso la missione procedeva attraverso un ciclo dinamico”.