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Tap e gli “investimenti aggiuntivi”: il Salento cerca l’unità

Questa foto scattata dall’alto nella giornata di ieri serve più di tante parole per “certificare” la situazione legata al mega gasdotto che la Tap vorrebbe realizzare nel territorio salentino. Un tracciato che si snoderà lungo 878 chilometri, 55 dei quali destinati ad attraversare numerosi comuni della provincia di Lecce, Dopo il no del Consiglio comunale di Lecce che ha tirato in ballo una “incompatibilità urbanistica” dell’opera, posizione che verrà ribadita nel corso della Conferenza dei Servizi, oggi a Palazzo Adorno si è svolto un incontro tra il presidente della Provincia Antonio Gabellone, i sindaci di Trepuzzi e Andrano, Giuseppe Taurino e Mario Accoto, il prefetto Claudio Palomba e alcuni rappresentanti di Snam, Confindustria Lecce e, ovviamente di Tap.

Il problema, a questo punto, è quello di far fronte comune, per salvare il salvabile, perché appare francamente difficile e complicata – se on impossibile – una eventuale frenata, o, addirittura, un clamoroso dietrofront sul progetto. Che andrà avanti. Solo che ora si prova a limitare i danni. Li chiamano “investimenti aggiuntivi”, per ovviare all’impatto sul territorio+ dell’opera, definita strategica del governo Renzi. Ma occorre unità d’intenti e non diversità di vedute. Il Salento prova a ricompattarsi in tal senso. Ci riuscirà? La parola passa all’assemblea dei sindaci. Ma occorre fare in fretta. Il tempo è tiranno.