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Mariti violenti, chiuse le indagini della Polizia

Atti persecutori, minacce e maltrattamenti in famiglia, che hanno coinvolto, sotto la forma di violenza assistita, anche minori di età. Due mariti violenti sono finiti nella rete degli agenti della Polizia di Stato che vanta all’interno della Squadra Mobile anche una sezione specializzata nella trattazione dei reati commessi contro la persona.

Due le indagini che sono state concluse nel corso degli ultimi mesi. La prima è partita da una dettagliata denuncia resa ai poliziotti da una donna che, al termine di una sua relazione amorosa,  si è trovata a dover subire le intrusioni nella sua sfera privata attraverso messaggi denigratori e minacciosi pedinamenti. Quest’ultimo, tra l’altro, pretendeva anche la restituzione di somme di denaro e le intimava di ritornare insieme a lui, preannunciando rappresaglie anche nei confronti dei più stretti familiari della donna.

L’insistenza e l’atteggiamento persecutorio dell’uomo si sono manifestati anche con inseguimenti su strada della ex compagna mentre era alla guida dell’auto, mettendo a repentaglio la vita della vittima.

Le indagini svolte dai poliziotti hanno consentito di fornire al pubblico ministero un quadro probatorio ben delineato che ha consentito al giudice per le Indagini Preliminari di emettere nei confronti dell’indagato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ex compagna ed ai suoi familiari, misura ritenuta necessaria vista anche la recidività nella condotta molesta e persecutoria dell’indagato, denunciato in passato, dalla Polizia di Stato per analoghe condotte nei confronti di un’altra ex compagna.

La seconda indagine ha riguardato una complessa vicenda familiare in cui l’indagato, nel corso degli ultimi due anni, ha assunto una atteggiamento violento e denigratorio nei confronti della moglie minacciandola di morte. Un comportamento peraltro assunto anche in presenza di figli minori e spesso mentre era in stato di ubriachezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

La prevaricazione e l’ira dell’uomo si è anche manifestata attraverso minacce commesse con l’utilizzo di una pistola, ritirata subito dopo dai poliziotti, in via cautelare, al fine di impedirgliene l’ulteriore utilizzo. L’assoggettamento della donna alle vessazioni psicologiche del marito è testimoniato anche dalla remissione di una querela avvenuta su costrizione dell’uomo.

L’indagato ha inoltre effettuato numerosi pedinamenti della vittima attraverso l’ausilio di strumenti di localizzazione elettronica e ha captato le sue conversazioni attraverso una microspia collocata nel suo vestiario.

La misura cautelare emessa dal Giudice, sempre su richiesta del Pubblico Ministero, ha imposto all’uomo di allontanarsi dall’abitazione familiare e di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie.