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Palaia e il Lecce, storia di un grande amore

LECCE – La storia di Peppino è la storia del Lecce, Due vite parallele che spesso e volentieri si sono toccate, sfiorate, intersecate, aggrovigliate, tenute insieme da un amore profondo. Peppino Palaia è il Lecce. E il Lecce è stato (ed è ancora) per buona parte Peppino Palaia. E’ vero, nel calcio le bandiere non esistono più, salvo qualche rara eccezione. Il business (e le tv) hanno rovinato il giocattolo. Giocatori che arrivano e vanno via come dei flipper impazziti che vanno in tilt, in un gioco di specchi illusori nel cuore dei tifosi, uniche vittime di un sistema fallimentare e autoreferenziale. Ma nel calcio per fortuna ci sono anche uomini a tutto tondo, come il buon Peppino, il medico sociale che ha accompagnato il Lecce in alterne fortune per quasi quarant’anni. Uomo verace, puntiglioso, sanguigno, come il compianto Franco Jurlano, il presidente che regalò alla città e all’intero territorio salentino la prima storica promozione in serie A. Altre epoche, altre situazioni, ma l’amore per il Lecce non è mai tramontato. Neanche quando, quattro anni fa, fu costretto ad andar via: “Lascio il Lecce, ma non per soldi”. Ecco perché nessuno deve meravigliarsi se sabato sera la Nord gli ha dedicato uno striscione e tanti cori: “Peppino portaci in B!”. Un augurio, una speranza. Un giusto premio per Peppino e per i tifosi del Lecce sempre presenti in ogni campionato e ad ogni latitudine.

L’auspicio è che il ritorno a casa di Palaia rappresenti il primo di tanti “acquisti” che hanno fatto la storia di questa gloriosa società. C’è chi – come Stefano e Alberto Di Chiara, Giorgio Enzo, Maurizio Raise, “Micio” Orlandi, Ricardo Paciocco, Carmelo Miceli e tanti altri protagonisti di quella incredibile cavalcata del campionato 1984-85 culminata con la promozione in serie A – aspetta solo un cenno per tornare nell’amata Lecce.
I tifosi si identificano con i loro campioni. E i campioni, al di la di qualsivoglia personale bagaglio tecnico a loro disposizione, sono quelli che onorano la maglia ogni giorno, sudata, stropicciata, bagnata. Quella che indossano tanti bambini che sognano di correre liberamente con un pallone tra i piedi al Via del Mare.
Qualche volta i sogni si avverano. In bocca al lupo Peppino! In bocca al lupo Lecce!

ph Andrea Stella