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Galli, «La politica non ascolta più i cittadini»

Il Parlamento italiano, il ruolo dei Partiti e il tema della democrazia sono stati al centro dell’incontro dal titolo “Democrazia senza Popolo”, avvenuto questa mattina nella splendida cornice del Monastero degli Olivetani, sede di prestigio dell’Università del Salento. L’evento è stato organizzato dal Corso di Laurea in Scienze Politiche e ha visto a Lecce la presenza di Carlo Galli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche dell’Università di Bologna e deputato della Repubblica.

La leaderizzazione e le pratiche populistiche all’interno dei partiti politici italiani hanno svuotato di rappresentanza il Parlamento italiano, che vive un momento particolare, essendo incapace, per esempio, di discutere in aula del Documento di Programmazione economica e che invece litiga ancora per trovare una legge elettorale prima della fine della Legislatura. Questo è il messaggio che lancia il Professor Galli agli studenti accorsi in gran numero nella sala Chirico dello storico plesso universitario.
«La politica italiana oggi non ha opzioni se non quella di gestire l’esistente». Per Galli non ci sono spazi per un reale cambiamento. «L’ambiente economico internazionale blocca la politica italiana, costringedola a parlare di problematiche marginali». Per lo studioso la politica è una narrazione vuota che porta al divorzio tra pensiero e politica e dal quale gli unici ad uscirne veramente penalizzati sono i cittadini. «La politica non ascolta i cittadini, e quando questi si ribellano con il voto, come è avvenuto in Germania votando controcorrente, il sistema li taccia di estremismo».
Per Galli non esiste più la ripartizione del potere in termini classici (esecutivo, legislativo e giudiziario), ma esiste il potere economico che prevale su quello politico. E sopra anche al potere economico c’è quello mediatico che è in mano a piccoli gruppi, che riescono a influenzare le masse con un linguaggio prestabilito. Un linguaggio che spinge i cittadini ad accettare lo status quo odierno, facendo passare per naturale il peggioramento avvenuto in ambito politico ed economico negli anni Novanta.
In conclusione il docente si sofferma a parlare del trasformismo parlamentare. «I partiti politici, per come dovrebbero essere, non ci sono più. I partiti vivono grazie alla presenza di un leader che in genere fonda il partito stesso. Questi partiti parlamentari si dividono solo in quelli che appoggiano il Governo e quelli che non lo appoggiano. E questo porta solo ad un ampio trasformismo, in chiave ottocentesca, dei parlamentari».