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Carcere: in scena all’Anfiteatro di Lecce “Evasioni” di Talard

 E’ una mattina di luglio a Lecce, ci sono circa 37° ma non sono neanche passate le nove e se ne percepiscono almeno quaranta, temperatura che sembra aumentare man mano che ci avviciniamo al carcere di Lecce dove ci attendono una manciata di ore intense, speciali. Entriamo per due motivi, il primo ci porta ad intervistare il coreografo francese Philippe Talard che, dopo quindici anni di lavoro nelle carceri di tutta Europa, ha scelto il capoluogo salentino per costruire “Evasioni“, una creazione ideata e realizzata in collaborazione con la Città di Lecce, l’Amministrazione Penitenziaria, Koreoproject e il Centro Teatrale Aperto Io Ci Provo ovvero l’evoluzione dell’omonima e rivoluzionaria Compagnia diretta dalla regista Paola Leone. Dopo aver incontrato Talard, intervistiamo la Direttrice del Carcere di Lecce, la Dott.ssa Rita Russo, che ieri, inoltre, ha presenziato all‘inaugurazione della biblioteca nata in seno al bel progetto “Giallo rosso e blu” e dedicata ai bambini in visita ai genitori detenuti, oggi una realtà colorata e preziosa resa possibile dall’impegno di una direzione illuminata ed attenta a cogliere le opportunità di miglioramento che la società civile e gli addetti ai lavori mettono in opera. Ed il secondo motivo della nostra presenza in carcere è proprio questo piccolo, ma in fondo grande, spazio-biblioteca allestito per accogliere i più piccoli ed i loro genitori, reso vivo dalla passione e dalla professionalità di Cecilia Maffei ed Antonietta Rosato che – anche in questo caso – hanno collaborato con Io Ci Provo. C’è un filo rosso, dunque, che lega la bellezza di questi risultati ed è il percorso lungo anni che l’intelettuale tarantina Paola Leone ha portato avanti con tenacia e umiltà, riuscendo dove nessuno era mai riuscito prima: portare lo sguardo della città dove nessuno voleva guardare e dove nessuno riusciva ad immaginare un cambiamento, portando altri sguardi là dove sin da bambina si era posato il suo, come spesso sottolinea.

Oggi ne cogliamo ancor di più il significato profondo, proprio perché incontriamo un coreografo abituato a confrontarsi con la complessità del reale che il mondo esprime e ciò avviene nel Centro Polivalente adibito a Teatro, la zona franca dentro il carcere di Lecce dove siamo stati rieducati all’ascolto e alla vera bellezza dai ragazzi di vita, dal talento sul quale in pochi avrebbero mai scommesso e che invece le persone ospiti di questo luogo rimasto troppo a lungo invisibile sono riuscite ad esprimere e continuano ad esprimere mettendosi in gioco con professionisti e artisti di livello. Basti pensare che lo spettacolo “Evasioni“, andato in scena in carcere la settimana scorsa per i detenuti e le loro famiglie oltre che per gli addetti ai lavori, è una delle date più attese del cartellone estivo 2017 dell’Anfiteatro Romano dove, il 14 ed il 15 luglio prossimo (sipario ore 21.30 – ingresso 10 Euro), saranno protagonisti oltre agli artisti “ritenuti” nel Carcere anche Ana Arroyo, Laura Bandelloni, Giorgia Maddamma, Sara Bizzoca, Manu Di Martino, Konan Jean Kouassi, Alessia Rosato e Charlotte Virgile. 
  Mentre il gruppo si riscalda nel Teatro del carcere, ne parliamo con il coreografo Thalard che ci racconta entusiasta: “Ecco quello che io definisco il mio “dream team”, si tratta di persone eccezionali che al momento vivono qui in Carcere, hanno un’età compresa tra i 22 ed i 30 anni e sono stati scelti in collaborazione con Io Ci Provo e con la Direzione del Carcere. E’ un gruppo numeroso e questo comporta un maggiore impegno nelle nostre speciali circostanze, poiché andare in scena all’Anfiteatro Romano vuol dire muoversi con la scorta nel rispetto delle norme e della sicurezza pubblica.” 
 
  Sì, è comprensibile, d’altronde la società civile leccese ha imparato a confrontarsi con quell’articolo 21 che determina il lavoro dei detenuti all’esterno, lo abbiamo imparato uno spettacolo alla volta assistendo con crescente ammirazione e gratitudine ai capolavori firmatiIo Ci Provo, basti pensare a “Happy Birthday Barbablù” al Teatro Paisiello, oppure agli estratti di “PPP Prigione Passione Pietà e/o Porca Puttana Pasolini” diffusi in vari luoghi dopo l’indimenticabile carrellata di repliche in carcere. Ma come si è consolidato il nuovo gruppo formato per lo spettacolo “Evasioni” e guidato daTalard? Il coreografo ci spiega che: “Trattandosi di un dream team cospicuo, e dovendo intensificare i tempi di prova con un calendario quotidiano serratissimo, ovvero tre ore giornaliere dal lunedì al venerdì, ho intrecciato gli artisti esterni e gli interni poco per volta e lasciando che il team si espandesse gradualmente proprio come lo spettacolo.” 
 
Una specie di tetris, e viene in mente questo gioco ad incastri guardando estratti dello spettacolo che fa il verso a Jean Genet ed alla sua prosa polifonica che sembra il riverbero di uno specchio o, come dice Talard concludendo: “Un Mosaico del Niente, perché il teatro è questo creare nel buio totale un universo ed io ho sempre lavorato non con la presunzione di poter trasformare chi partecipa al progetto in un professionista, ma con la volontà di condividere un universo che è bello e metafisico, è l’evasione di cui tutti noi abbiamo bisogno nella vita.” Del resto, come nella dichiarazione d’intenti di “Evasioni” viene specificato: “Titolo fin troppo seplice se si parla di evasioni. (…) Forse non è la riuscita che determina il successo, ma il desiderio. Il desiderio ci spinge a continuare a lottare.
   Detto ciò, Thalard si toglie la camicia e inizia a provare col dream team, ed ecco davanti a noi prendere forma la magia di cui ci parla anche Giorgia Maddamma: “E’ stata un’esperienza preziosa, unica, illuminante e formativa per ognuno di noi, questo spettacolo non è da stimolo solo per noi addetti ai lavori, ma anche per chi verrà a vederlo questo weekend.” 
  Vediamo una bella luce in questi sguardi e soprattutto in quello della Direttrice del Carcere di Lecce, la Dott.ssa Rita Russo che incontriamo poco dopo durante l’inaugurazione aperta alla stampa della biblioteca dei bambini, sguardo accesoper due bei traguardi dunque: “Giornata emozionante per tutti noi, sì, vedere questo spazio diventare luogo di bellezza per i piccoli visitatori che meritano tutta la nostra attenzione nel momento in cui la vita li sottopone all’abominebole stress di vedere i propri genitori entro un termine di tempo stabilito da altri. La biblioteca speriamo possa essere adottata da tutte le associazioni, da tutti i volontari, da tutti quelli che sentono il bisogno di aiutare chi soffre, da chi ama la lettura, da chi vuole aiutarci nel difficile ma necessario percorso di evoluzione che stiamo mettendo in pratica da anni e che vede anche nello spettacolo “Evasioni” di Thalard uno dei frutti nati dall’esperienza messa a frutto grazie al progetto Io Ci Provo.
 
  Forse un solo articolo non basta per raccontare due eventi così importanti, eppure è quasi naturale legarli poiché figli dello stesso luogo e sintomo di un cambiamento che ora ha bisogno di innescare maggiormente il suo cortocircuito all’esterno, proprio dentro la città visibile, nelle periferie di Lecce e del reale dove la Compagnia Io Ci Provo diretta da Paola Leone continua la sua ricerca instancabile, come ci spiega la regista appena andata in scena con un estratto di “Happy Birthday Barbablù” in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne ed ospitata nel Giardino del Palazzo Ducale a Martano: “Mentre gli anni trascorrevano, questo lavoro svolto con l’indispensabile Antonio Miccoli, è stato sostenuto da artisti che si sono riconosciute nella filosofia e nella militanza politica del progetto. Negli ultimi 5 anni oltre 1000 persone hanno potuto assistere ai nostri spettacoli, ed è stato un crescere insieme reso possibile dalla preziosa collaborazione con un’amministratrice che ha saputo valorizzare e rendere bene comune il percorso. Oggi sentiamo che il carcere è il luogo più importante dove abbiamo agito con i progetti di formazione culturale, educazione al teatro e produzione partecipata, ma non è l’unico luogo che ha bisogno di rinnovarsi e di essere guardato. Perciò il nostro sguardo si posa oltre i muri, dove ci sono barriere più forti da abbattere poiché invisibili che necessitano di nuovo impegno ed inclusione. Aver aperto il carcere agli artisti che, come Talard, vorranno in futuro guardare dentro per vedere oltre, è il senso pieno di tanto impegno. Impegno che oggi più che mai sento necessario per un teatro inteso come atto politico e promemoria: il carcere non è separato dalla città libera e la trasformazione di ogni essere umano è possibile grazie alla bellezza, al sentimento, alla responsabilità.”
   Le “Evasioni” dai luoghi comuni, dai pregiudizi e dai limiti invisibili sono possibili ed implicano un plurale che riguarda tutti noi.