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Si aprono le porte di “Casa Francesco” e “Casa Maryam”

La Fondazione Emmanuel Don Francesco Tarantini per le Migrazioni e il Sud del mondo in collaborazione con l’Associazione Culturale Rapsodia 8.9 e AMIS – Associazione Mediatori Interculturali Salento organizza “DUNYĀ. Casa come luogo che si apra”. L’appuntamento è fissato per mercoledì 28 giugno, a partire dalle ore 18, quando i due centri di prima accoglienza per richiedenti protezione internazionale “Casa Francesco” e “Casa Maryam” si apriranno alla comunità.

Dunyā (دنيا) è originariamente una parola araba che significa “mondo”. Deriva dalla parola radice “dana” che significa avvicinarsi. In questo senso, “dunyā” è “ciò che viene messo vicino”.
“Crediamo in un mondo aperto e solidale – fanno sapere gli organizzatori – che metta al centro l’essere umano nella sua integrità e che riconosca a tutti il diritto di essere parte attiva di un’unica grande comunità. Compito di ognuno è contribuire, quindi, alla sua costruzione ed evoluzione. Un viaggio continuo che parta dalle periferie del mondo e dell’esistenza per affrontare le sfide che la realtà pone. Una realtà che ogni giorno nega la vita a milioni di esseri umani e che non può lasciare indifferenti”.
L’obiettivo, dunque, è quello di “accogliere attuando politiche inclusive che rispettino e valorizzino le differenze. Solo la disponibilità a riconoscere dignità all’altro e a ri-conoscersi nell’altro può favorire questo viaggio. Per conoscersi è necessario incontrarsi, abbattendo i muri di stereotipi e pregiudizi e aprendo le porte delle case, delle menti e dei cuori”.
L’evento prenderà il via alle ore 18 con la pedalata migrante, che partirà dalla Ciclofficina Popolare Knos di Lecce ed arriverà alla Corte del Buon Consiglio di Novoli, grazie alla collaborazione con l’Associazione Culturale Ruotando di Lecce. Un percorso lento, con partenza dal centro ed arrivo in periferia, per riscoprire il valore della bicicletta come fattore di inclusione sociale ed affermare il diritto di tutti alla mobilità.
L’iniziativa è gratuita e aperta a tutti. Si può partecipare con la propria bici o, con un contributo minimo di 3 euro, prendere in prestito una bici della Ciclofficina.
Info: 339 4152281 / 388 1863098
Dopo l’apertura con la pedalata migrante, l’evento proseguirà, alle ore 18:30, nella Corte del Buon Consiglio di Novoli, con l’apertura del bazar, dove artisti e produttori locali e immigrati esporranno le proprie produzioni artigianali. Lo scopo dell’iniziativa è quello di incentivare le connessioni tra i cittadini provenienti da diverse culture, attraverso l’arte, la quale diventa anello di congiunzione della multiculturalità sociale. L’arte, quindi, come strumento di scambio, di educazione, di relazione ed espressione per favorire il dialogo, approfondire la conoscenza e stimolare il confronto su valori quali la dignità dell’uomo, la libertà di espressione e il rispetto della diversità.
Alle ore 19, dopo l’arrivo dei partecipanti alla pedalata migrante, l’evento continuerà con l’apertura al pubblico di Casa Maryam. I richiedenti protezione internazionale residenti nella struttura accoglieranno gli ospiti con tè e dolci tipici dei paesi di provenienza preparati in casa. Quindi sarà inaugurata la mostra “Giocattoli di là dal mare. Idee e materiali per leggere l’Africa” di Marzio Marzot, che resterà aperta al pubblico anche nei giorni successivi all’evento. La mostra, che consta di 100 pezzi tra giocattoli e fotografie, sarà inaugurata alle ore 19, nell’atrio di Casa Maryam, e rappresenta una chiave di lettura per conoscere culture e tradizioni diverse dalle nostre. I giocattoli sono tutti costruiti con materiali poveri che provengono da lontano ma che esprimono la fantasia: “quella capacità che hanno i bambini di sognare e di creare dal nulla qualsiasi cosa”.
Tra i giocattoli sono presenti le trottole autoprodotte dai bambini di Capo Verde, le barchette e gli elicotteri creati con lattine di bibite e scatolette dai bambini del Burkina Faso. Cartoni, lattine, fil di ferro, scarti di prodotti sono, in questa mostra, giocattoli per attrarre l’attenzione di altri bambini “di la dal mare”. L’obiettivo è che questa “testimonianza viaggiante” della cultura ludica che arriva da lontano, possa informare e sensibilizzare i visitatori, piccoli e grandi, su tanti temi quali l’importanza del riuso e della creatività: quella “povertà che diventa ricchezza creativa, l’eloquente risposta del Sud del Mondo alla desolante desertificazione della fantasia nel Nord del Mondo”.
E diventare occasione e pretesto per parlare anche di rapporti economici, di questioni alimentari, di culture e tradizioni.
L’evento proseguirà con i laboratori multiculturali per bambini. Leggeremo insieme la fiaba “Amali e l’Albero” e ci lasceremo trasportare dal profumo dolce di cacao dei fiori dell’Africa e dal profumo salato delle gocce del mare che la piccola Amali ha attraversato.
Alle ore 19:30 Casa Francesco si aprirà al pubblico con una discussione sul tema dell’inclusione e della possibilità del passaggio da un’inclusione contingente ad una strutturale.
In CONVERS@ZIONI si aprirà un confronto su racconto delle prassi che quotidianamente le associazioni del territorio mettono in atto per creare una comunità aperta e solidale che favorisca i processi di inclusione sociale e che consideri l’altro, con le sue differenze, una risorsa e non un problema; tenteremo poi di creare le condizioni affinché il lavoro delle singole associazioni possa tradursi in un lavoro di rete con l’obiettivo di rafforzare le basi della struttura comunitaria.
Per il CONVIVIO, i richiedenti protezione internazionale residenti a Casa Maryam e a Casa Francesco prepareranno alcuni piatti tipici dei loro paesi di provenienza (Afghanistan, Egitto, Nigeria, Senegal, ecc…). Sarà un ulteriore momento di conoscenza e di avvicinamento attraverso la condivisione di altri sapori.
Dunyā si concluderà con una festa finale, durante la quale la musica sarà la protagonista. Alle 22, nel giardino di Casa Francesco, residenti e ospiti potranno continuare a dialogare tra loro intonando un canto o proponendo una musica della propria cultura di appartenenza. Una jam session, quindi, con la finalità di offrire ai presenti un’ulteriore strumento di espressione e comunicazione.