1

Abuso d’ufficio: nei guai il direttore a “vocazione tirannica” dell’Accademia di Belle Arti

Abuso d’ufficio e false dichiarazioni su proprie qualità personali. Sono questi i capi d’accusa per Claudio Delli Santi, direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce. Due le vicende che vedono l’uomo coinvolto in più reati e che risalirebbero al giugno 2014. A quell’epoca, Delli Santi, già direttore dell’Accademia, avrebbe abusato del proprio potere per perseguire gravemente una docente, sua competitor nelle elezioni per il ruolo già ricoperto dall’uomo, il quale aveva deciso di ricandidarsi per puntare nuovamente alla guida delle Belle Arti.
Tutto avrebbe avuto inizio con una discussione nata tra i due la mattina del 10 giugno 2014 e riguardante la regolare apertura dell’Accademia, che si trova all’ingresso di Porta Rudiae, alla quale la donna si era opposta fermamente per la presenza di pulci nell’edificio che avrebbero potuto ledere non solo coloro che vi operavano all’interno, ma anche un importante lavoro scenografico realizzato per uno spettacolo in programma al Teatro Paisiello di Lecce.
In seguito alle sue rimostranze, giudicata da Delli Santi estremamente violente, la docente sarebbe stata sospesa per dieci giorni, provvedimento fatale che le preluse le porte ad una possibile candidatura. Secondo il racconto della donna, difesa dall’avvocato Francesco Del Prete, l’episodio sarebbe stato solo un pretesto per escluderla dalla corsa per l’incarico di direttore. Una tesi avallata dall’ordinanza di imputazione del gip Carlo Cozzella secondo la quale “ lo scrupolo nel sottoporre la collega a procedimento disciplinare è apparso eccessivo” poiché, secondo le testimonianze rese dai presenti all’accaduto, “non corrisponde al vero che la docente si fosse rivolta in maniera eccessivamente sgarbata. Si profilano pertanto fondati sospetti su un disegno preordinato dal Delli Santi ad escludere un potenziale concorrente”.
Il 29 settembre 2014 l’uomo venne rieletto e avrebbe continuato a utilizzare i propri poteri in maniera illecita, a scapito di chiunque osasse mettersi di traverso. Lo stesso giudice per le indagini preliminari ritiene che “l’accusa di abuso d’ufficio non appare palesemente infondata” in quanto “dalle dichiarazioni rese da vari professori emerge un clima di forte tensione all’interno dell’Accademia di Belle Arti” instaurato da Delli Santi “al quale vengono attribuiti atteggiamenti autoritari e vessatori, dimostrando una vocazione tirannica all’interno dell’Accademia e un comportamento rigoroso verso tutti coloro che si frapponessero al suo dominio”.
Il gip Cozzella ha dunque respinto la richiesta d’archiviazione in un primo tempo accordata dal sostituto procuratore Angela Rotondano, la quale aveva chiuso la vicenda per insussistenza dei fatti. Anche nei verbali stesi dalla Polizia di Stato riguardo l’inchiesta, si sostiene che “alcune sanzioni disciplinari risultano irrogate pretestuosamente poiché è come se fossero ispirate da uno spirito vendicativo da parte del direttore nell’andare a punire coloro che non l’avevano votato o quanto meno che erano stati contrari alla sua conferma a direttore.”
Ma i guai per Delli Santi non finiscono qui. L’uomo non avrebbe tutti i requisiti per ricoprire l’incarico da egli ancora oggi esercitato, poiché avrebbe falsificato uno dei documenti necessari per concorrere al posto di direttore dell’Accademia. Si tratta di una locandina che sarebbe stata modificata per dimostrare l’esperienza di scenotecnico che egli avrebbe svolto in uno spettacolo a Roma, ma l’organizzatore dell’evento avrebbe addirittura dichiarato “di non conoscere assolutamente Delli Santi”, il cui nome non figurerebbe sulla locandina originale e indagato perciò anche per false dichiarazioni su proprie qualità personali.
L’intera vicenda era stata più volte posta a conoscenza di enti e istituzioni, come i sindacati dei docenti, ma che avrebbero fatto ben poco per proteggere i prof dell’Accademia che sarebbero stati vittime di Delli Santi, considerando che già in precedenza egli era stato coinvolto in inchieste giudiziarie. Nel febbraio 2014, infatti, all’uomo era stato contestato il reato di truffa ai danni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il presunto impiego illecito del finanziamento di quattro milioni e cinquantamila euro destinato al progetto Pon chiamato «Sud-est; “Orientare l’orientamento”» , per il quale era stata presentata anche un’interrogazione parlamentare alla Camera dei Deputati dal capogruppo del Movimento Cinque Stelle Francesca Businarolo, senza però ottenere grandi risultati. Solo ora qualcosa sembra muoversi e il 6 giugno prossimo Claudio Delli Santi sarà chiamato a conferire sulla sua condotta al Ministero della Pubblica Istruzione, mentre il 22 giugno è fissata l’udienza preliminare al Tribunale di Lecce per stabilire se sarà prosciolto o se sarà rinviato a giudizio.