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A #TempodiLibri “Il mare si lascia attraversare”

La Puglia da leggere, la Puglia dei confronti, degli approdi e delle partenze, è stata protagonista della prima edizione di “Tempo di Libri“, la fiera dell’editoria tenutasi a Milano Rho dal 19 al 23 aprile ed inaugurata con un ricco calendario di appuntamenti. Particolarmente interessante il ciclo di conferenze “Il mare si lascia attraversare“, nell’ambito delle iniziative per la promozione delle culture e delle letterature albanese e montenegrina, che ha visto a confronto editori, scrittori, traduttori e personalità di spicco del mondo culturale ed istituzionale di Albania Montenegro e Puglia. Quattro incontri hanno scandagliato verticalmente le tematiche legate alla “Letteratura e prossimità, la promozione della letteratura albanese in Italia”, “Dissidenza, Musine Kokalari – La consapevolezza della scrittura e della resistenza”, “Dalla Montagna Nera – La letteratura montengerina contemporanea” e “La cooperazione territoriale a sostegno del dialogo culturale interadriatico”. Ad aprire il ciclo di focus nello Stand della Regione Puglia, che ha ospitato tutti gli editori dell’APE (Associazione Pugliese Editori), il dibattito a quattro voci moderato dalla giornalista di Albania News nonché Presidente della Fondazione Migra Onlus Sonila Alushi. L’albasciatore della Repubblica d’Albania in Italia, Anila Bitri Lani, insieme a Francesco Altimari – docente dell’Università della Calabria, lo scrittore Arben Dedja e l’editore Livio Muci, hanno approfondito il concetto di reciprocità. Come ha sottolineato l’editore Livio Muci a margine degli interventi: “Bisogna valorizzare la differenza, è giusto cogliere nell’altro la diversità, un’altra cultura, non la somiglianza. La casa editrice Besa ha circa 120 titoli di autori albanesi ed italiani sulla letteratura espressa dall’Albania. Abbiamo cura di pubblicare la letteratura migrante, ci sono scrittori albanesi e scrittori migranti, a noi non interessa fare della sociologia della letteratura, bensì fare della buona letteratura.

Una buona letteratura che pone al centro del suo studio la questione della traduzione in quanto nodo fondamentale e che non può prescindere dalla sostenibilità, “La letteratura migrante ha un ruolo appena nato nel campo dell’Italianistica, ma adesso bisogna occuparsi della traduzione, bisogna che si compia un catalogo in cui Kadare cessi di essere l’unico autore albanese davvero conosciuto in Italia attraverso la traduzione dal francese, è necessario offrire al lettore italiano una vastità ben lavorata ed organizzata.
Il percorso, come è emerso dalle conferenze fieristiche, implica l’istituzione in Italia del primo Istituto Italiano di Culture Albanese, si tratta di un altro importante tassello che si aggiunge agli intrecci di una Puglia che oggi più che mai non può smarrire un’occasione di reale crocevia e consolidamento dei rapporti interculturali sviluppatisi negli ultimi vent’anni e sempre più vividi nelle voci degne di nota degli autori albanesi e migranti contemporanei. Ne hanno discusso insieme al Segretario generale del Ministero della Cultura d’Albania, Milena Raznatovic del Ministero della Cultura del Montenegro, Ledia Mirakaj – primo segretario presso l’Ambasciata d’Albania in Italia ed Aldo Patruno – direttore del Dipartimento Turismo, l’Economia della Cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia. Con quest’ultimo, ci siamo soffermati ad analizzare il ruolo strategico della Puglia nell’attuario scenario culturale: “La partecipazione della Regione alla prima edizione di questo importante appuntamento fieristico, non poteva che essere vissuta nel segno dell’esperienza più vivace della nostra storia recente condivisa con i popoli ed i territori bagnati dall’altro lato dell’Adriatico“.
A rappresentare la questione montenegrina, insieme allo scrittore Ethem Mandic, il traduttore Sergej Roic: “Esiste una letteratura post-epica che trova nel caposaldo “Il serto della montagna” di Niegos una sorgente ed una presa di coscienza utile a distanziare l’esperienza degli scrittori contemporanei da quel’esotismo ravvisato dall’esterno e frutto di una continua ricerca di identità geografica malgrado la centralità del Montenegro.”
A moderare l’incontro dedicato alla Dissidenza, invece, Mimosa Hysa – Direttrice del Dipartimento per il Libro del Ministero della Cultura d’Albania, protagonisti del dibattito Mauro Geraci – professore associato di Antropologia Culturale, curatore del volume Musine Kokalari La mia vita universitaria, memorie di una scrittrice albanese nell’Italia fascista (1937-1941) ed Ardian Ndreca – docente della Pontificia Università Urbaniana di Roma.