Tap? Parliamone. Non è un “no” secco quello che giunge da Direzione Italia al progetto di realizzazione del mega gasdotto che dovrebbe attraversare il Salento, più precisamente la località rivierasca di San Foca. I fedelissimi di Raffaele Fitto hanno chiamato a raccolta i giornalisti per spiegare e chiarire la loro posizione, per evitare – così dicono – strumentalizzazioni di ogni sorta. E’ l’approdo di San Foca soprattutto a non convincere affatto. I fittiani tirano in ballo le “responsabilità politiche del Pd” e chiedono di approfondire la delicata questione. Nel frattempo l’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido, ha scritto ai vertici Tap e alla ditta affidataria del lavori per richiedere copia del Piano di Gestione degli Alberi. Una cosa è certa: “Il gasdotto non passerà dal Parco di Rauccio”: “Abbiamo usato e stiano usando tutte le accortezze necessarie – spiega Guido – Così come è stato fatto un anno fa con i lavori di posa in opera delle condutture del Sinni, la vasta canalizzazione realizzata da Acquedotto Pugliese che oggi dal serbatoio di Salice Salentino si spinge sino a Seclì, snodandosi tra uliveti e contrade densamente popolate. Per realizzare l’opera furono espiantati e riposizionati, dopo un periodo di incubazione in vivaio, circa. 500 ulivi che si trovavano lungo il tracciato dei lavori. Un’opera per certi versi ciclopica, nella quale si sono sommarono le esperienze tecnologiche più sofisticate con la dedizione più amorevole nei confronti di un patrimonio naturale di inestimabile valore: ogni singola pianta, censita con un’apposita targa, fu divelta e quindi, a scavi ultimati, ricollocata al proprio posto, lasciando inalterato il paesaggio. Il timore che per i lavori della Tap stiano portando gli ulivi in un sito a 8 chilometri in un periodo non proprio adatto per farlo, anche dal punto di vista agronomico, mi ha spinto a richiedere l’accesso agli atti”
Intanto la pioggia blocca i lavori sul cantiere mentre i manifestanti continuano il loro pacificio presidio.
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