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#NoTap, continuano le cariche contro attivisti e sindaci pacifici

Continuno le cariche dei caschi blu contro i pacifici attivisti No Tap che presidiano notte e giorno l’area antistante il tracciato del gasdotto dove sono in corso gli espianti degli ulivi ed il trasporto, a bordo di mezzi pesanti, fuori dall’area di cantiere. Anche oggi i sindaci presenti sono stati spintonati insieme al resto dei manifestanti disarmati che protestano contro l’operazione Tap. Dopo le dichiarazioni ufficiali rese ieri dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il Comitato No Tap oggi replica a mezzo Facebook: “Finalmente è palese Michele Emiliano non ha nessuna intensione di fermare Il Tap.
Tap si sta basando su autorizzazioni vecchie per gli espianti, autorizzazioni che riguardano un vecchio progetto del 2015, a febbraio di quest anno tap ne ha presentato uno nuovo che si sta ancora valutando.
Basterebbe che Emiliano facesse ritirare le autorizzazioni fitosanitarie per evitare la mattanza di ulivi e persone, ma ad Emiliano interessa che tap riceva i finanziamenti, che la popolazio
ne,si faccia pure manganellare e malmenare.
Per lui l’opera è strategica e va fatta e ci prende in giro alla grande. È strategica anche se non rispetta i diritti umani, anche se non porta benefici in nessuna delle terre che attraversa, forse al pd si. Tap non ha un progetto fattibile.
Tap è inutile perché non ci fa staccare dal gas russo ma ne porta altro,proveniente sempre dalla Russia attraverso l’Azerbaijan. Ma forse la speculazione finanziaria che c’è dietro al tap conviene anche ad Emiliano? Governatore non è tardi, questa mattina ritiri immediatamente il fitosanitario 2015 eviti questa inutile mattanza di ulivi e soprattutto di cittadini. Ieri senza senso sono stati caricati ragazzi delle superiori e i sindaci mentre lei era tranquillo a farsi propaganda.L’altra storia che rasenta il ridicolo è il ricorso che la regione si appresta a fare,senza sospensiva,con un giudizio che arriverà tra qualche anno,utile come il TAP,a lavare la faccia al Presidente della Regione e ai suoi uffici.Passi una buona vita di vergogna per aver voltato la faccia ai suoi corregionali.

Da stamattina si susseguono dirette Facebook e testimonianze fotografiche e video di tantissimi cittadini che stanno documentando con i loro smartphone attraverso la rete #NoTap creatasi sui social network tutto quello che le tv nazionali non mandano in onda: le immagini degli ulivi rimossi con il taglio delle radici per mezzo di motoseghe, i giovanissimi manifestanti trascinati di peso lontano dai cancelli del cantiere, la fascia tricolore del sindaco di Martano calpestata durante le cariche, la telecamera del regista Davide Barletti urtata durante i momenti di tensione eppure sempre in funzione Rec per poi raggiungere il popolo della rete superando in poco tempo le 15mila visualizzazioni.
 
Anche oggi è difficile raggiungere la contrada San Basilio militarizzata con uno spiegamento anti sommossa, passano le ambulanze in soccorso dei contusi e di chi, come accaduto ieri, è stato colto da malore.
Le telecamere ci sono anche dall’altra parte del blocco, come si può facilmente notare attraverso le tante testimonianze video aggiornate sui social per informare chi non è sul posto, giornalisti, sindaci, uomini donne anziani e studenti con le mani nude continuano a far valere democraticamente il proprio dissenso malgrado la buia giornata registratasi ieri con le cariche che hanno visto compiersi un ossimoro storico, lo Stato contro lo Stato, caschi blu contro primi cittadini con la fascia tricolore al petto. “Fratelli d’Italia” canta la folla, “siam pronti alla morte! L’Italia chiamò!”, ma alla telefonata del sindaco di Melendugno Marco Potì ieri il Prefetto Palomba e il Presidente Emiliano hanno risposto spallucce proprio a pochi istanti dalla prima carica.
 
Tra i sindaci attivisti, Stefano Minerva, primo cittadino di Gallipoli, ha trascorso la notte in auto per essere sul posto all’alba. E intanto,il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti commenta a mezzo stampa: “Sono stati valutati 14 scenari prima di scegliere Melendugno. Assecondando le piazze, ci ridurremo a perdere delle occasioni di crescita e sviluppo.” 
 
Tap (che ha sede a Baar, nel canton Zugo) ha ribadito ed avvisato attraverso il portavoce Luigi Quaranta che ogni ulivo verrà ripiantato nel suo luogo originario e che se entro il 30 aprile 2017 non verranno espiantati gli alberi previsti in prima battuta, l’intero progetto rischia di naufragare: “Se i rubinetti del gasdotto non verranno aperti entro il 2020, chi ha firmato i contratti può rivalersi su di noi, e noi saremo costretti a rivalerci si chi questi ritardi li ha causati, che sia lo Stato italiano o chiunque altro“. 
Ma la popolazione salentina non ci sta e la tensione cresce.