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“Nerodalia” a Koreja tra musica e immagini: “Io Ci Provo” nel nuovo videoclip “Nuvole incartate”

La complessità del reale messo in musica, in parole, in immagini, deriva dal cortocircuito tra l’immaginzione, intesa come azione salvifica, e l’attenzione, necessaria per la lettura di tutti i frammenti di un puzzle che diventa la nostra identità interiore oppure lo scollamento derivato dal non riuscire a cogliere, vivere sentire. Scrivere canzoni oggi, scattare una fotografia, girare un videoclip pensato come un cortometraggio e nato dalla costola di un progetto musicale, significa indagare questi itinerari. La Puglia è terra di identità, ne succedono di cose e alcune hanno una voce che isola l’istante, come una particella di colore in evidenza rispetto al chiasso dello sfondo. A pensarci bene, la voce di Alessandra Caiulo è una particella di colore, l’istante sospeso dentro le parole delle canzoni che firma insieme al musicista Salvatore Casaluce per il progetto Nerodalia. Sabato 25 Marzo, a partire dalle ore 21.00 (ingresso gratuito), i Cantieri Teatrali Koreja ospiteranno il concerto in forma teatralizzata – con la partecipazione di Francesco Pennetta – che accompagnerà la presentazione ufficiale del video-corto dedicato al singolo “Nuvole incartate”, per la regia di Davide Faggiano.

Quando si rilegge un diario, solitamente sono le annotazioni marginali a restituire il senso profondo di una memoria continuamente passata al montaggio. Perché rabbonire la memoria, è un tic della coscienza peculiarmente umano ed è fatto di tutti i momenti in cui – proprio come avviene ad una pagina tradotta da una lingua all’altra, come avviene ad una sceneggiatura nell’atto di essere trasformata nel linguaggio delle immagini, come avviene scattando una fotografia mentre passa “una scia di nuvole incartate” – ognuno si confronta con il proprio doppio mnemonico e vive un processo di rivelazione che, forse, solo la stesura di un romanzo, al pari della vita stessa, mette a fuoco. Comprimere questo tempo per sua stessa natura dilatato in due giorni sul set di un videoclip, è un atto di concentrazione che richiederebbe un racconto a parte.
   Lo sa bene Paola Leone, regista e direttrice della Compagnia Io Ci Provo, che in “Nuvole Inacartate” interpreta il doppio di un’Ofelia contemporanea (la cantautrice Alessandra Caiulo) al fianco dell’attore Gaetano Spera. Tuttavia, a poche ore dalla prima proiezione del video-corto, l’accento è posto sulla sinergia che ha reso possibile la collaborazione con un attore detenuto, come spiega Paola Leone:
 “La compagnia Io Ci Provo è stata orgogliosa di partecipare a questo bellissimo progetto portato avanti da Alessandra Caiulo, Luisa Ruggio e Davide Faggiano, tre professionisti che hanno saputo guardare oltre il visibile. Gaetano Spera, lavora con noi da 4 anni, è un bravissimo attore, oltre che una persona straordinaria. La legge che ci consente di lavorare con lui è l’Art. 21, un articolo straordinario e ancora poco utilizzato che regola il lavoro delle persone recluse fuori dal carcere. L’articolo 21 viene firmato dalla Direzione del carcere e dal Magistrato di sorveglianza, si può avere con la scorta e senza scorta, questo in accordo con l’Amministrazione Penitenziaria ed il corpo di polizia, è un lavoro di squadra, un pochino come il quando si lavora alla realizzazione dello spettacolo, fiducia, professionalità,costanza, gentilezza e impegno da parte di tutti sono le cose che servono per far si che questo accada, bene a Lecce, nel carcere di Lecce questo accade grazie al lavoro instauratosi tra noi, la direzione del carcere, il comandante della polizia penitenziaria e gli attori della compagnia.
Ogni volta che Gaetano esce per lavorare come attore della Compagnia, viene regolarmente assunto e pagato dalla nostra associazione, per noi Gaetano non è più un detenuto, in realtà non lo è mai stato, in questi anni più che mai è diventato per noi un collega, una persona di fiducia sulla quale contare, un amico, una persona importante. Ecco questo solo per dire che si può se lo si vuole, grazie a tutti quelli che consentono che tutto questo accada, e per fortuna hanno un nome e un cognome, che ogni tanto è bene ricordare, perché può succedere che persone cambino altre persone, che l’amore curi ferite e che gli esseri umani siamo umani, quindi ringrazio la Dott.ssa Rita Russo, Direttrice del carcere di Lecce, il Comandante Riccardo Secci, la Dott.ssa Dominioni Presidente del Tribunale di Sorveglianza Lecce e i professionisti che scelgono di lavorare con noi.
 
L’anteprima teatralizzata in programma sabato, prevede la partecipazione dei danzatori Camilla Degli Angeli e Lorenzo D’Aurelio, ma soprattutto la mostra fotografica dedicata al tema del doppio e ad un’Ofelia in chiave Nerodalia realizzata nel backstage delle giornate di ripresa dalla fotografa Veronica Garra.
 
In queste ore, Alessandra Caiulo – già nota al grande pubblico per la sua storica collaborazione con La Notte della Taranta e le preziose sinergie che hanno negli anni hanno valorizzato il suo talento vocale – è impegnata nelle ultime prove di rito insieme ai suoi compagni di viaggio, Salvatore Casaluce e Francesco Pennetta, prima del concerto di sabato sera e racconta così le emozioni vivide che sempre caratterizzano vigilie come questa:
 
 “Sabato presento molto più di un progetto musicale, presento la mia vita. Forse era il tempo di tirare le somme. Di ricominciare da me. Dalla fortuna di essere riuscita a creare bellezza, dalla difficoltà di raccontare le mie paure, le mie bugie, la mia fragilità. Dall’amore, intenso e difficile. Ci pensate mai a quante persone convivono dentro di noi? A quei giorni amari e magici in cui i nostri doppi prendono il nostro posto nel letto, sulla sedia, sotto la doccia, e noi ci ritroviamo ad attraversare strade che non conoscevamo? Ecco, io, in uno di quei giorni, ho scelto di essere l’altra me, quella che la vita se la vuole vivere fino in fondo. E anche se corro sempre, e perdo il fiato dietro mille cose, alle mie figlie voglio insegnare che ne vale la pena perché l’unico modo per dare ai sogni una possibilità di realizzarsi è smettere di sognarli e cominciare a inseguirli. A 30, vabbè quasi 33, anni ho capito che la felicità è preziosa e non so se dopo ci sarà davvero un’altra vita per riscattarsi, in ogni caso io non voglio rischiare.”
 
Un antico detto recità così, del resto: Ciò che rischi, rivela ciò a cui tieni. Anche ciò che canti. Ciò che scegli di raccontare, mettere a fuoco, indossare, essere.