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San Cataldo, trovate due carcasse di tartarughe spaiggiate

Due carcasse di tartaruga spiaggiate sono state trovate sull’arenile di San Cataldo, nel territorio di Vernole. Della questione sono stati informati il sindaco di Vernole contattati personalmente dall’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido, e il Comandante della Capitaneria di San Cataldo, Simone Gatto, il quale gli ha riferito di aver già predisposto l’intensificazione dei controlli su tutte le attività sotto costa al fine di arginare il fenomeno della pesca illegale e delle reti abusive.
“Una carcassa di tartaruga spiaggiata – ricorda l’assessore Andrea Guido – in quanto trattasi di rettili, non procura pericoli alla salute umana. E che, pertanto, non esistono malattie trasmissibili da una tartaruga, neanche in decomposizione, all’uomo. E per questo motivo non sono sempre previste le autopsie sui resti di questi animali. Ma vi dirò di più. Gli studiosi di biologia ritengono addirittura che è sempre auspicabile che la decomposizione di detti animali spiaggiati avvenga sulla spiaggia, questo per assecondare il ciclo naturale della vita. Ovvio che si preferisce, per motivi di igiene, decoro e immagine delle nostre spiagge, provvedere allo smaltimento della carcassa e ripulire il tratto di spiaggia interessato”.
Per poter parlare di recrudescenze o vere e proprie epidemie – come ha fatto sapere il biologo Giacomo Marzano, responsabile del Centro Tartarughe del Bosco di Rauccio e responsabile del Progetto Nazionale Tartarughe Marine (Chelon) – dovremmo contare almeno una trentina di spiaggiamenti di carcasse al giorno. E questo non è il nostro caso. Per fortuna. “Possiamo stare relativamente tranquilli – aggiunge l’assessore Guido – perché, comunque, la moria delle testuggini nei nostri mari è un problema serio che, anche se in questo momento è stazionario, non deve essere sottovalutato. Le cause sono sempre le stesse: la pesca, la navigazione con barche a motore, gli scarichi civili e industriali, la plastica e i micro frammenti di plastica che finiscono in mare, la presenza degli stabilimenti balneari e delle spiagge attrezzate e, anche, purtroppo, la nostra stessa fruizione estiva degli arenili”.