1

Problema acqua: “Giliberti cavalca il disagio delle persone”

È singolare che a persone che si trovano ingiustamente senza acqua si vada a parlare di coalizioni, partiti e rotture politiche, confondendo il livello istituzionale regionale con quello politico leccese. A Giliberti vorrei, dire: caro Mauro, fare campagna elettorale cavalcando il disagio delle persone in maniera così sguaiata è un brutto spettacolo. Teniamolo a mente in questa campagna elettorale: chi fa politica deve proporre soluzioni ai problemi, non fare comizi a favore di telecamera.

Sul tema dei condomini Arca di Lecce la questione è: ci sono cittadini onesti che pagano le bollette dell’acqua che vanno tutelati a tutti i costi. Ci sono cittadini che non pagano perché non possono permetterselo che vanno tutelati anche loro. Ci sono anche – diciamolo – cittadini che da questa situazione traggono benefici e, anche se potrebbero, non pagano. Come facciamo a fare in modo che le posizioni di queste tre categorie di persone vengano trattate ciascuna come merita?

C’è una soluzione: l’Acquedotto Pugliese, di cui la Regione è socio unico, deve fare un piccolo investimento per dotare quei condomini di contatori di sottrazione, in modo che i cittadini che pagano non rischino di trovarsi in questa situazione. C’è bisogno poi che si attivino, a livello comunale, gli strumenti di assistenza per le famiglie indigenti che non possono pagare, in modo che anche queste ultime possano continuare ad avere l’acqua. La terza categoria, i furbi, vanno stanati e ricondotti a pagare regolarmente le bollette come fanno tutti i cittadini.

Una soluzione da anni invocata, anche annunciata, e che senza alcun dubbio è ora di realizzare. Ma che non si realizzerà facendo un comizio sul tema delle alleanze tra i partiti. Quello significa strumentalizzare la gente. E non va fatto mai.

Nel frattempo, per legge regionale, tocca ad Arca (anch’essa agenzia regionale) farsi carico del debito complessivo. Ma comprendi bene come l’intervento di Arca non può estendersi all’infinito né diventare una routine.

Carlo Salvemini