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Le Imprese Balneari del Salento. Strategie, Obiettivi per i prossimi 20 Anni

Mauro Della Valle , Presidente Federbalneari Salento

Un importante approdo legislativo e un po’ di chiarezza per gli Imprenditori Balneari Titolari di concessioni demaniali marittime.

Tutela della continuità aziendale nelle evidenze pubbliche (dunque presentazione di un piano di investimenti), il riconoscimento del valore commerciale, e infine la riforma dei canoni, questo con lo scopo di favorire nel rispetto della normativa europea, lo sviluppo, l’innovazione dell’impresa turisticoricreativo in Italia. Questa è la sintesi dello schema di legge recante “Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico ricreativo”, approvato in Consiglio dei Ministri venerdì 27 gennaio. Una bella sfida quindi per le Imprese Balneari Italiane tutte, da sempre considerate un’eccellenza del made in Italy dell’accoglienza turistica. In Italia, vi è una larga diffusione, sul demanio marittimo, lacuale, fluviale, di Imprese Turistico Ricreative che rappresentano una componente di primaria importanza dell’offerta turistica nazionale, sia sulle spiagge ma anche in montagna con i meravigliosi laghi. L’Italia con i suoi 7375 chilometri di coste (di cui il 96,6 % balneabile per le acque marine e 91,6 % nel caso di laghi e fiumi), è il Paese europeo che vanta il maggior numero di aeree di balneazione(circa 5.500) e uno dei più elevati livelli di tutela sanitaria nel settore. Nel 2014 in Italia, la vacanza al mare è stata scelto dal 48,8% dei vacanzieri. (Osservatorio permanente Tour Operator VII Ed. 2015) Sicuramente per le Imprese Balneari del Salento , sarà una bella scommessa; l’adozione della nuova legge di riforma potrà offrire agli Imprenditori balneari più virtuosi , certezza dell’investimento e soprattutto eccellenza del valore all’offerta di servizi, per una clientela sempre più attenta ed esigente.

Sono alquanto preoccupato per alcuni possibili scenari di questa riforma ed invito ogni Parlamentare locale a ben vigilare sulle prossime discussioni parlamentari. Le numerose e preziose Imprese Balneari Salentine che negli ultimi 20 anni hanno contribuito a lanciare il Brand Salento non è da sottovalutare che possano finire in mano della criminalità organizzata. Un possibile meccanismo di “mala affare” alla corsa alle spiagge più “rinomate”, fenomeno confermato recentemente in un bilancio della DIA leccese, riguardante tutto il comparto turistico . Un settore quello balneare fondamentale per il PIL Salentino, tant’è che il 18 febbraio alle ore 12.00 all’interno della BTM Business Tourism Manegement presso il Castello Carlo V, a Lecce, Federbalneari ha organizzato un convegno per approfondire i prossimi riflessi della nuova disciplina sulle Imprese Balneari del Salento. Di seguito invece il parere dell’ Avv. Anna Maria Ciardo, quale Consulente Giuridico di Federbalneari Salento. Il Governo riapre il cantiere della “riforma delle spiagge”. Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl di delega sul riordino delle concessioni demaniali a uso turistico ricreativo e ha disposto che il Governo dovrà adottare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore di esso, uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime. Non pochi dubbi sorgono dalla lettura del DDL che, auspichiamo, vengano fugati dai decreti. I princìpi e i criteri direttivi, già più volte ribaditi dalla normativa europea, valorizzeranno l’affidamento laddove viene tutelato il paesaggio e l’ambiente, le peculiarità di un territorio senza dimenticare il riconoscimento e la tutela degli investimenti dei beni aziendali e del valore commerciale. È evidente come la tutela dell’attività imprenditoriale, in un mercato di libera concorrenza, non possa trascurare un dato fondamentale quale è quello della valorizzazione delle attività imprenditoriali con tutela, ci auguriamo, effettiva e concreta, degli investimenti effettuati. Altro principio cardine sarà la fissazione dei limiti minimi e massimi di durata delle concessioni per i quali le singole Regioni stabiliranno la durata nel rispetto dell’interesse pubblico. Trattasi di clausola generica, entro cui le Regioni avranno la possibilità di stabilire tali limiti, regolamentando, altresì, il numero massimo di concessioni in capo ad uno stesso soggetto in modo da garantire adeguata pluralità e differenziazione dell’offerta. I decreti che il Governo dovrà adottare riguarderanno, inoltre, le modalità procedurali da adottare per l’eventuale dichiarazione di decadenza e i criteri e modalità per il subingresso in ipotesi di vendita o affitto d’azienda. Non mancherà di regolamentare, ci auspichiamo in maniera chiara e definitiva, i canoni concessori con l’applicazione dei valori tabellari anche con riguardo alle pertinenze e alle relative situazioni pregresse. Tutto questo sarà utile in quanto il riferimento ai valori tabellari – e non a quelli Omi(commerciali) – consentirà di fare chiarezza sulle applicazioni – spesso immotivatamente diversificate – che le amministrazioni dispongono, in casi analoghi, probabilmente in assenza di chiare indicazioni da parte del legislatore. L’auspicio è che i criteri per il riconoscimento e la tutela degli investimenti siano chiari ed univoci e soprattutto concreti e satisfattori e non espongano, invece, gli imprenditori, che da decenni svolgono tali attività, ad incertezze lasciandoli privi della tutela che meritano. A tal fine la relazione tecnica individua, tra gli obiettivi generali del sistema di affidamento in concessione, la garanzia del mantenimento di una elevata professionalità del settore e l’esperienza acquisita potrà essere “l’effettivo ago della bilancia”, ove la valutazione comparativa avverrà nel rispetto dei criteri indicati di imparzialità, trasparenza e pubblicità che costituiscono i principi ispiratori della riforma in sintonia con i canoni comunitari.

 

 

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